Giugno, un mese con i rifugiati per agire l’accoglienza

110 milioni: tante sono le persone migranti forzate oggi nel mondo, costrette ad abbandonare la propria casa, il proprio Paese e le proprie certezze per fuggire a guerra, violenza, persecuzioni e disastri ambientali. Per la nostra associazione il mese appena trascorso è stato intenso e ricco di iniziative perché, il 20 giugno di ogni anno, si celebra la “Giornata Mondiale del Rifugiato“.

Il mese di giugno è stato intenso, ricco di occasioni ed iniziative di incontro con le persone rifugiate accolte in città e di sensibilizzazione sui temi delle migrazioni forzate, dell’inclusione e dell’accoglienza. Questo perché, il 20 giugno del 1951, venne approvata a Ginevra la Convenzione sullo statuto dei rifugiati grazie alla quale, chi è costretto a fuggire dal suo Paese a causa di guerre, persecuzioni e violenza ha diritto ad essere accolto e a trovare protezione.

Profumi e sapori dal Bangladesh

Cucinare per qualcuno è un atto di cura, ma anche un modo per raccontare la propria storia, le proprie origini e la propria cultura. Giovedì 15 giugno, grazie alla preziosa collaborazione dei volontari e delle volontarie della sagra della Parrocchia Madonna Pellegrina, alcuni ragazzi richiedenti protezione internazionale accolti dalla nostra associazione sono diventati cuochi per un giorno, proponendo una cena con sapori e profumi del loro Paese di origine: il Bangladesh! I piatti due piatti scelti erano biryiani di carne e riso con daal, una deliziosa zuppa di lenticchie. Per aggiungere un ulteriore nota speziata alla serata abbiamo allestito un banchetto dove i partecipanti hanno potuto mettersi alla prova con un gioco: indovinare il tipo di spezia solo annusandone il profumo! Le spezie scelte facevano parte del “masala”, il mix di spezie utilizzato per cucinare il Biryiani. A tutti i partecipanti è stata regalata anche una bustina di masala per preparare anche a casa un delizioso piatto speziato!

Un “aperitivo a spasso per il mondo” dove “gli dei si parlano”

Il 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, insieme al Sistema Accoglienza Integrazione del Comune di Padova e alle cooperative Coges Don Milani, Il Sestante, Città Solare e Orizzonti abbiamo coinvolto la cittadinanza in una speciale serata di incontro e scambio con le persone rifugiate accolte in città. Nel cortile del Collegio Don Mazza si è tenuto un “aperitivo a spasso per il mondo” dove alcune persone rifugiate accolte nel SAI, provenienti da Afghanistan, Bangladesh e Ucraina, si sono raccontate attraverso degli oggetti scelti da loro e che collegavano alla vita di “prima”, nel loro Paese e alla loro vita di ora, qui a Padova. Ad accompagnare questi “incontri” c’era un delizioso buffet e, nelle pause tra un intervento all’altro, è stato possibile vedere la mostra fotografica realizzata presso la Corte Ca’ Lando, in via Gabelli a Padova, dove si racconta uno speciale esempio di accoglienza di persone rifugiate.

A seguire, l’auditorium del Collegio Don Mazza ha ospitato il bellissimo performing reportage della fotografa Monika Bulaj “Dove gli dei si parlano”. Attraverso le sue fotografie, Bulaj ci ha portato con lei in un viaggio tra luoghi di confine e quindi di incontro “tra fedi, zone franche assediate dai fanatismi armati, patrie perdute dei fuggiaschi di oggi. Luoghi dove gli dei parlano spesso la stessa lingua franca, e dove, dietro ai monoteismi, appaiono segni, presenze, gesti, danze, sguardi. In una parola: l’uomo, la sua bellezza, la sua sacralità inviolabile, ostinatamente cercata anche nei luoghi più infelici del Pianeta, seguendo il sole, la luna, le stagioni, i culti e i pellegrinaggi, in una “mappa celeste” che ignora gli steccati eretti dai predicatori dello scontro globale”.  La serata è stata un’occasione preziosa per raccontare le vite di chi è costretto a fuggire e fare luce sull’importanza dell’accoglienza, dell’incontro e dell’ascolto nella nostra città.

Dalla Somalia all’Italia

Hassan è un ragazzo somalo che rischia di essere portato via dagli integralisti, ma anche della sua famiglia che cerca di proteggerlo mandandolo in Italia, il paese che anni prima ha colonizzato la Somalia ma che, ciò nonostante, continua a sbarrare le porte alla sua diaspora. La sua storia è raccontata da Rahma Nur , autrice somalo-italiana, nel libro “Il figlio del sole e della tempesta” pubblicato nel maggio 2023 dalla casa editrice padovana “Oso Melero”. Giovedì 22 giugno, nella cornice dell’Arcella Bella, abbiamo ospitato la presentazione di questo racconto. La serata è stata un’importante occasione di dialogo con l’autrice Rahma Nur, in collegamento da Roma e Andreina Colon Savino, curatrice del racconto e fondatrice della casa editrice per l’infanzia “Oso Melero”, nata per dare spazio e voce alle storie di migrazione, diaspora e convivenza. Oltre a valorizzare la ricchezza della cultura somala e il legame intrinseco di questo Paese con l’Italia, l’incontro ha fatto luce sul fenomeno delle migrazioni forzate oggi e sull’accoglienza nel nostro Paese. A moderare l’incontro è stata Cadigia Hassan, rappresentante della comunità del Corno d’Africa per il progetto “LetteraMondo: Popoli che si narrano”, promosso da Popoli Insieme.

Che fosse attraverso un oggetto, una foto, un piatto tradizionale o un libro, il filo conduttore di tutte queste iniziative è stato lo spazio per il racconto e per l’auto-narrazione. Di persone rifugiate ne leggiamo tutti i giorni, ma raramente abbiamo l’opportunità di ascoltare la loro voce: il rischio è di percepirli come numeri e non più persone. L’obiettivo di queste iniziative, quindi, è stato proprio quello di fare spazio alle loro storie persone, ai loro sogni, ai loro progetti, alla loro sete di pace e futuro e soprattutto al loro diritto a cercare e ottenere protezione.

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