Progetti conclusi
Padkos. Cibo e note in movimento
In afrikaans, una delle tante lingue parlate in Sudafrica, la parola padkos indica il cibo da portare con sé in un lungo viaggio. Il progetto “Padkos: cibo e note in movimento“, sostenuto dalla Fondazione Cariparo nell’ambito del Bando Cultura Onlife, parte proprio da questo concetto per coinvolgere in famiglie migranti residenti a Padova in un percorso di condivisione e storytelling attraverso il cibo e le ninne nanne del proprio Paese di origine.
A caratterizzare il progetto sono le iniziative “Cibo in movimento” e “Note in movimento” .
La prima prevede un ciclo di cooking show interculturali online dove, di volta in volta, una persona migrante condividerà e preparerà con le persone collegate da casa una deliziosa ricetta del suo Paese di origine. Qui le date e la modalità di iscrizione ai cooking show.
La seconda prevede un’esperienza laboratoriale musicale per genitori migranti e la riscoperta delle ninnenanne del proprio Paese di provenienze che verranno poi registrate e rese fruibili al pubblico tramite QR code.
Scarica qui il ricettario
Parents for Inclusion
Il progetto europeo “Parents for inclusion“, sostenuto dall’Agenzia Nazionale Tedesca e dalla Commissione Europea, si pone l’obiettivo di mettere in dialogo diverse esperienze di inclusione e lavoro a fianco di genitori e famiglie migranti tra Germania, Spagna, Italia e Ungheria. Capofila del progetto è l’AEF – Spanische Weiterbildungsakademie (Germania) e le organizzazioni partner, oltre all’Associazione Popoli Insieme in rappresentanza dell’Italia, sono Red Incola e San Ricardo Pampuri (Spagna) e Nesting Play (Ungheria).
Ogni organizzazione, a livello locale, lavora a fianco di persone migranti di diverse culture e provenienze, a seconda del contesto. La situazione spagnola e italiana sono, ad esempio, simili sotto certi aspetti mentre quella tedesca e quella ungherese oltre ad essere opposte fra loro sono anche completamente diverse da quelle dell’Europa meridionale.
Ogni organizzazione, forte della propria esperienza sul campo, svilupperà un modello di attività laboratoriale che sarà poi testato con gruppi di genitori migranti negli altri Paesi partner. L’obiettivo finale sarà la realizzazione di un manuale di buone pratiche per l’inclusione dei genitori migranti.
MigrArt. Community based rehabilitation through art, interculture and anti-fragility
La pandemia ha avuto un forte impatto soprattutto tra i più giovani che, a causa del distanziamento sociale e della mancata possibilità di frequentare spazi di aggregazione, si sono ritrovati ad avere difficoltà a rapportarsi con i genitori, con i coetanei e a frequentare la scuola a distanza. Questo li ha messi in una condizione di forte vulnerabilità e solitudine.
L’effetto negativo della pandemia è stato ancora più importante per i giovani migranti e rifugiati che, oltre a subire le conseguenze dell’isolamento forzato, non dispongono di una rete sociale radicata a livello locale.
Di fronte a questa situazione è fondamentale che gli educatori e chi lavora a stretto contatto con i più giovani, abbia degli strumenti utili per superare la sensazione di solitudine, promuovendo la resilienza e l’anti-fragilità.
Il progetto europeo “Migrart – Community-rehabilitation through interculture, art and antifragility”, co-finanziato dal Programma Erasmus + dell’Unione Europea, coinvolge sei associazioni giovanili in cinque Paesi: Italia, Belgio, Spagna, Portogallo e Turchia. Popoli Insieme è capofila del progetto, mentre le realtà partner sono Domna, Eceepa, Embaixada da Juventud, IAAD e Red Incola.
L’approccio artistico in MigrArt ha lo scopo di avvicinare alla street-art e alla social art partendo del tema “Isolation/Community” e da una riflessione sulla crisi globale generata dal COVID-19 per trasformarla in un’opportunità: ridurre gli effetti dell’incertezza del presente e del futuro. Per questo è fondamentale la partecipazione di giovani italiani e provenienti da paesi terzi: la creazione artistica è uno strumento per prendere la parola e dà l’opportunità a migranti e rifugiati di raccontare come la pandemia ha influenzato le loro vite, lasciando segnali tangibili sul territorio e fruibili online. Il progetto MigrArt offre ai giovani coinvolti momenti di crescita personale e l’opportunità di acquisire nuove competenze artistiche, mentre gli animatori giovanili possono sviluppare competenze interculturali specifiche e apprendere nuovi metodi di creare comunità.
Per il progetto è prevista un’attività creativa al mese in tutti i Paesi partner del progetto, che coinvolga un gruppo interculturale di giovani e che li metta in condizione non solo di trascorrere del tempo insieme, ma di instaurare relazioni e di esprimersi in modo creativo.
Con quali obiettivi?
- Sviluppo di una raccolta di buone pratiche e di un toolkit per animatori giovanili per sperimentare nuovi approcci e costruire comunità inclusive e interculturali
- Creazione di un booklet sul tema Isolation/Community con le produzioni artistiche realizzate dai giovani coinvolti, collegate tramite QR-code ai video di approfondimento con pensieri e punti di vista, aspettative future e riflessione sul vissuto durante la pandemia.
- Produzione di un murales con il coinvolgimento del gruppo di giovani che verrà collegato tramite QR-code ad un cortometraggio ad opera dei gruppi giovani dei cinque Paesi europei coinvolti nel progetto.
Percorso formativo Aula 162
Il progetto “Percorso formativo Aula 162” vede la collaborazione tra Popoli Insieme, Associazione Next e Job Centre e nasce dall’idea di riportare l’attenzione, nel processo di inserimento lavorativo delle persone vulnerabili con focus sulle persone migranti, verso il dialogo e la connessione con il tessuto produttivo ed economico locale, rispondendo tempestivamente e in modo mirato alle esigenze del mercato del lavoro.
Con questo progetto abbiamo partecipato e vinto per il Nord Est la call di Unicredit “Road to Social Change” dedicata ai progetti di sostenibilità integrata, con un forte impatto sociale e che vedono la sinergia del mondo profit con quello del Terzo Settore.
Il progetto è stato finanziato dalla Regione Veneto con risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Let's tandem - Volontariato in circolo
Il progetto “Let’s tandem – Volontariato in circolo” propone un’idea di solidarietà ribaltata: 6 tandem (coppie di volontari), composti da un rifugiato e un volontario, verranno ospitati da tre diverse realtà associative padovane: Down Dadi, Alice per i DCA e Associazione Eligere.
Nell’ambito de “La città delle idee” (2020), progetto finanziato dal Comune di Padova, chi normalmente beneficia di azioni di volontariato ha la possibilità di diventare volontario a sua volta, mettendosi a disposizione di cause diverse e radicate sul territorio: un’occasione di incontro per sentirsi parte attiva della comunità. Oltre ad avere l’occasione di trascorrere tempo insieme al di fuori dell’associazione, i volontari hanno potuto conoscere meglio le realtà che li ospitano nella loro attività e che cosa significa fare volontariato. Allo stesso tempo, le associazioni sono state formate ad accogliere volontari con background migratorio.
Prima di prendere parte a questo progetto, i volontari Maria e Mohannad formavano un tandem già da qualche mese: Maria, infatti, insegnante da poco in pensione aveva deciso di impiegare il suo tempo libero supportando Mohannad nell’apprendimento dell’italiano! Il giovane siriano è arrivato in Italia all’inizio del 2020, proprio qualche giorno prima dello scoppio della pandemia e quindi, costretto come tutte e tutti al distanziamento, non ha avuto molte opportunità di uscire e conoscere persone. Dopo tanti mesi di isolamento, questo progetto è stato per lui una bella opportunità da cogliere
“Fare volontariato mi permette di conoscere meglio il Paese in cui sono arrivato e di incontrare persone nuove, ma non è la mia prima volta: in Siria distribuivo cibo e vestiti ai profughi”
La ricchezza di quanto vissuto è evidente a tutte e a tutti: ai ragazzi rifugiati che per la prima volta si cimentano in un’esperienza di questo tipo, ai volontari di Popoli Insieme che si mettono alla prova in altre realtà, ai membri delle associazioni ospitanti che si trovano in una nuova dinamica e infine a chi beneficia delle azioni di solidarietà ribaltata.
Step Up
Il progetto sperimentale “Step Up”, realizzato con il contributo del Fondo Beneficenza di Intesa San Paolo e promosso dal Centro Astalli Vicenza in collaborazione con Popoli Insieme, nasce per rispondere ai bisogni legati al digital divide, particolarmente evidente presso la fascia di popolazione con background migratorio soprattutto nell’accesso al lavoro. In questo ambito, infatti, si avverte il divario esistente tra coloro che hanno accesso ad internet e alle piattaforme digitali e chi ne è escluso, per ragioni economiche, socio-culturali e di mancanza di competenze dell’uso dei device. Il progetto nasce quindi per favorire l’inclusione digitale e lavorativa di questa categoria e consentire la fruizione dei servizi online anche collegati al mondo del lavoro.
Comunità resilienti
- riduzione delle ineguaglianze
- promozione di una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile
- garantire un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
- porre fine ad ogni forma di povertà
U-CHANGE
- riduzione delle ineguaglianze
- promozione di una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile
- garantire un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
- porre fine ad ogni forma di povertà